È stata determinata la prevalenza di QT lungo farmaco-indotto al ricovero in un ospedale psichiatrico, e sono stati documentati i fattori associati.
Tutte le registrazioni di elettrocardiogramma ( ECG ) in un periodo di 5 anni sono state riviste per la presenza di QT lungo farmaco-indotto ( QT corretto per frequenza cardiaca maggiore o uguale a 500 ms e certa o probabile responsabilità del farmaco ) e per le condizioni associate.
I pazienti con QT lungo farmaco-indotto ( n=62 ) sono stati confrontati con un campione di pazienti con ECG normale ( n=143 ).
Tra i 6.790 pazienti ricoverati, il 27.3% aveva ECG anormale, 1.6% aveva QT lungo e lo 0.9% è stato rappresentato da soggetti-caso con QT lungo farmaco-indotto.
La morte cardiaca improvvisa si è verificata in 5 pazienti, e torsioni di punta sono state registrate in altri 7 pazienti.
Rispetto ai soggetti di confronto, i pazienti con QT lungo farmaco-indotto hanno mostrato frequenze significativamente più alte di ipopotassiemia, infezione da virus dell'epatite C ( HCV ), infezione da HIV e anormale morfologia dell’onda T.
I farmaci Aloperidolo, Sertindolo, Clotiapina, Fenotiazina, Fluoxetina, Citalopram ( compreso Escitalopram ), e Metadone erano significativamente più frequenti nei pazienti con QT lungo farmaco-indotto.
Dopo aggiustamento per ipokaliemia, infezione da HCV, infezione da HIV e anormale morfologia dell’onda T, gli effetti di Aloperidolo, Clotiapina, Fenotiazina e Citalopram ( compreso Escitalopram ) sono rimasti statisticamente significativi.
L’analisi delle curve ROC in base al numero di fattori per paziente ha indicato che l’85.5% dei pazienti con QT lungo farmaco-indotto aveva due o più fattori, mentre l’81.1% dei pazienti con normale ECG aveva meno di due fattori.
In conclusione, il QT lungo farmaco-indotto e la propensione all’aritmia sostanzialmente aumentano quando sono somministrati specifici farmaci psicotropi a pazienti con ipopotassiemia, anomalie della morfologia dell'onda T, infezione da HCV e HIV. ( Xagena2013 )
Girardin FG et al, Am J Psychiatry 2013; 170: 1468-1476
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