Ricercatori del King's College di Londra ( Gran Bretagna ), in collaborazione con altri Centri universitari hanno condotto uno studio di coorte prospettico longitudinale per valutare se una storia di maltrattamenti infantili potesse identificare un sottogruppo di individui depressi con elevati livelli di infiammazione.
In Nuova Zelanda, una coorte di 1.000 individui è stata seguita fino all’età di 32 anni come parte del Dunedin Multidisciplinary Health and Development Study, e i partecipanti allo studio sono stati valutati per storia di maltrattamenti infantili e attuale depressione.
L’infiammazione è stata valutata, misurando la proteina C-reattiva ad alta sensibilità ( hs-CRP: > 3mg/L )
Benchè la depressione sia risultata associata a proteina C-reattiva ad alta densità ( rischio relativo, RR: 1.45 ), l’associazione è risultata significativamente attenuata, e non più significativa, quando è stato preso in considerazione l’effetto del maltrattamento nell’infanzia.
Individui con depressione in corso e una storia di maltrattamento infantile avevano una maggiore probabilità di avere alti livelli di hs-CRP rispetto ai soggetti di controllo ( n=27; RR: 2.07 ).
In contrasto, soggetti con solo depressione in corso mostravano solo un aumento non-significativo del rischio ( n=109; RR: 1.40 ).
I risultati erano generalizzabili al fattore di infiammazione.
Elevati livelli di infiammazione nei soggetti depressi e maltrattati non sono spiegati dai fattori di rischio correlati come ricorrenza della depressione, basso livello socioeconomico da bambini o da adulti, problemi di salute, abitudine al fumo.
In conclusione, una storia di maltrattamenti nell’infanzia contribuisce alla co-presentarsi di depressione e infiammazione. Informazioni relative a maltrattamenti infantili potrebbero dunque aiutare a identificare individui depressi con elevati livelli di infiammazione e, di conseguenza, con un aumentato rischio di problemi cardiovascolari. ( Xagena2008 )
Danese A et al, Arch Gen Psychiatry 2008; 65: 409-415
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