Il trattamento della schizofrenia ha avuto un miglioramento negli anni 50 con l’introduzione dei farmaci antipsicotici. Successivamente sono stati introdotti in terapia gli antipsicotici di seconda generazione, definiti come antipsicotici atipici.
Nonostante il credo diffuso che gli antipsicotici atipici siano superiori agli antipsicotici convenzionali, non esistono molti studi a sostegno della maggiore sicurezza ed efficacia dei farmaci più recenti, rispetto ai farmaci più vecchi.
Lo studio CATIE ( Clinical Antipsycotic Trials of Intervention Effectiveness ) e lo studio CUtLASS1 ( Cost Utility of the Latest Antipsycotic Drug in Schizophrenia Study ) si erano posti l’obiettivo di verificare se gli antipsicotici tipici fossero più efficaci di quelli tipici, ma non è emersa alcuna superiorità degli uni rispetto agli altri.
Tuttavia, le differenze tra antipsicotici atipici e tipici potrebbero manifestarsi nel lungo periodo, ma questi studi clinici non presentavano una sufficiente durata per dimostrare il beneficio.
Gli antipsicotici atipici presentano una più bassa incidenza di sintomi extrapiramidali e disturbi del movimento, rispetto agli antipsicotici convenzionali.
L’emergere di eventi avversi di tipo metabolico tra gli antipsicotici ha creato preoccupazione nell’uso di questi farmaci. ( Xagena2007 )
Meyer J M, J Clin Psychiatry 2007; 68 Suppl 14: 20-26
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