Una ricerca non ha trovato alcuna associazione significativa tra l’impiego degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina ( farmaci SSRI ) durante la gravidanza e l’aumento del rischio di mortalità perinatale ( feto nato morto ), morte neonatale o morte postnatale.
Tuttavia, i medici dovrebbero essere prudenti nel prescrivere questi farmaci.
Ricercatori del Karolinska Institutet a Stoccolma ( Svezia ) hanno esaminato il legame tra uso di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e gli esiti avversi alla nascita riguardanti 29.228 madri di tutti i Paesi nordici, che avevano avuto una prescrizione di un farmaco SSRI durante la gravidanza.
Lo studio ha incluso 1.633.877 nascite singole, 6.054 delle quali erano nascite con feto morto, 3.609 erano decessi neonatali e 1.578 decessi postneonatali.
Le donne esposte a un farmaco SSRI durante la gravidanza hanno presentato più alti tassi di mortalità perinatale ( 4.62 vs 3.69 per 1.000, p= 0.01 ) e di mortalità postneonatale ( 1.38 vs 0.96 per 1.000, p= 0.24 ), rispetto alle donne non-esposte.
Il tasso di mortalità neonatale è risultato simile tra i due gruppi ( 2.54 vs 2.21 per 1.000, p=0.24 ).
Tuttavia, dopo aggiustamento per le caratteristiche materne, Paese e anno di nascita, i ricercatori hanno scoperto che l'uso di farmaci SSRI non era associato a mortalità perinatale ( OR aggiustato, aOR=1.17 ), mortalità neonatale ( aOR=1.23 ) o di mortalità postneonatale ( aOR=1.34 ).
Gli aumentati tassi di nati morti e di mortalità postneonatale tra i neonati esposti a inibitori della ricaptazione della serotonina durante la gravidanza erano spiegati dalla gravità della sottostante malattia psichiatrica materna e dalla distribuzione non-favorevole delle caratteristiche materne come il fumo di sigaretta e l’età materna avanzata. ( Xagena2013 )
Fonte: JAMA, 2013
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