Il trattamento degli episodi depressivi rappresenta una delle maggiori sfide nel trattamento della mania nei pazienti con disturbo bipolare.
Le lineeguida di trattamento raccomandano comunemente la monoterapia con uno stabilizzatore dell’umore come terapia di prima scelta per episodi depressivi lieve-moderati.
Esistono, tuttavia, pochi studi clinici controllati e randomizzati che abbiano documentato l’efficacia antidepressiva degli stabilizzatori dell’umore.
Il Litio è stato lo stabilizzatore dell’umore più utilizzato negli episodi depressivi di pazienti con disturbo bipolare.
Tuttavia, solo una minoranza dei pazienti con depressione bipolare è responsiva alla monoterapia con il Litio.
Divalproex ( Depakote ) può anche presentare effetti antidepressivi, ma solo uno studio di piccole dimensioni ha dimostrato la maggiore efficacia del Valproato rispetto al placebo.
L’impiego della Lamotrigina ( Lamictal ) come alternativa ai tradizionali stabilizzatori dell’umore è sostenuto da un solo studio clinico di ampie dimensioni che ha dimostrato che il farmaco possiede efficacia antidepressiva in acuto. Tuttavia, questo risultato non è stato confermato da studi successivi.
Rimane controverso l’impiego dei tradizionali farmaci antidepressivi nella depressione bipolare; alcune lineeguida scoraggiano il loro impiego in monoterapia, e non è ben definito il ruolo come terapia aggiuntiva.
Gli antipsicotici atipici mostrano di essere efficaci nella mania bipolare ed il loro uso come stabilizzatori dell’umore sta aumentando.
L’FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato l’associazione Olanzapina e Fluoxetina ( Symbiax ) per il trattamento degli episodi depressivi nel disturbo bipolare di tipo 1.
L’approvazione è avvenuta grazie ai risultati di 2 studi clinici.
In questi studi l’Olanzapina in monoterapia è risultata più efficace del placebo, ma meno efficace della combinazione dei 2 farmaci.
L’efficacia antidepressiva della Quetiapina ( Seroquel ) in monoterapia è stata valutata in 2 ampi studi nei pazienti con disturbo bipolare di tipo 1 e 2, con episodi depressivi.
Il primo studio clinico, BOLDER I, ha esaminato l’efficacia di 2 dosaggi di Quetiapina ( 300mg/die e 600mg/die ) rispetto al placebo nei pazienti con depressione da moderata a grave.
Entrambi i bracci Quetiapina in monoterapia sono risultati significativamente più efficaci del placebo con percentuale di remissione del 52.9% nei gruppi che assumevano Quetiapina 300mg/die e 600mg/die contro il 28.4% del placebo.
Oltre ad un significativo effetto antidepressivo, la monoterapia con Quetiapina non era associata ad un aumentato rischio di mania emergente durante il trattamento o a ipomania.
Gli effetti antidepressivi della Quetiapina sono risultati anche significativi tra il sottogruppo di pazienti con depressione bipolare di tipo 1 ( quasi il 66% del gruppo di studio ); un trend simile è stato osservato tra i pazienti con depressione bipolare di tipo2.
Studio BOLDER II
Lo studio BOLDER II ha verificato le conclusioni dello studio BOLDER I.
Hanno preso parte allo studio BOLDER II 509 pazienti con disturbo bipolare di tipo 1 e 2 con episodi depressivi; questi pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Quetiapina al dosaggio di 300mg/die o di 600mg/die, per 8 settimane. Il confronto era con il placebo.
Miglioramenti della scala MADRS sono stati maggiori con la Quetiapina 300mg/die e 600mg/die , rispetto al placebo, già a partire dalla prima settimana di trattamento, così come sono stati significativamente maggiori i miglioramenti dei punteggi alla scala HAM-D.
Effetti positivi del trattamento con Quetiapina sono stati osservati in tutti e 10 gli item della scala MADRS con significatività statistica su 8 di 10 item nel gruppo trattato con la dose di 300mg/die e su 6 di 10 nel gruppo che ha ricevuto la dose di 600mg/die.
Gli effetti antidepressivi della Quetiapina in monoterapia non sono avvenuti a scapito di switch affettivi emergenti durante il trattamento.
Nel gruppo placebo, quasi il 7% dei pazienti ha presentato uno switch ( passaggio ) verso la mania, contro solo il 2-4% tra i pazienti trattati con Quetiapina.
Il basso rischio di mania emergente dal trattamento è un potenziale vantaggio della Quetiapina nel trattamento della depressione bipolare.
L’incidenza di drop-out è risultata più alta tra i pazienti assegnati al dosaggio di 600mg/die ( 11% ) contro l’8% di quelli trattati con 300mg/die. La maggior parte dei drop-out è avvenuta nella prima fase del ciclo di terapia.
I più comuni effetti indesiderati della terapia con Quetiapina sono stati: secchezza delle fauci, sedazione, sonnolenza, capogiri e costipazione.
Il trattamento con Quetiapina è risultato associato ad un piccolo aumento dei livelli di glicemia a digiuno, rispetto al placebo.
Questo aumento non era statisticamente significativo; nessun paziente ha sviluppato diabete durante il ciclo terapeutico.
I risultati dello studio BOLDER II hanno confermato i risultati dello studio BOLDER I: la Quetiapina in monoterapia rappresenta un efficace trattamento per la depressione bipolare con un miglioramento sintomatico già nella prima settimana di trattamento.
La Quetiapina possiede uno spettro di efficacia che si estende dal disturbo bipolare di tipo 1 al disturbo bipolare di tipo 2, comprendendo anche i pazienti con un decorso della malattia rapido-ciclico. ( Xagena2006 )
Fonte: Journal of Clinical Psychopharmacology, 2006
Psyche2006 Farma2006
XagenaFarmaci_2006